Parafrittus (fatti fritti sardi)

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Dopo qualche settimana di assenza, torno con una ricetta bomba in vista del carnevale, i Parafrittus o Parafritti come li chiama nonna Albina, italianizzando la parola. In Sardegna li chiamano anche “fatti fritti”.

Io e mia sorella ne andiamo matte. Quando eravamo bambine la nonna li faceva in inverno. Quando decideva di farli, si alzava all’alba ad impastare chili e chili di farina. Lasciava lievitare e dopo pranzo friggeva. Poi chiamava tutta la tribù e distribuiva. Mia mamma è la quarta di sei fratelli. Figli e nipoti, si andava dalla nonna per assaggiarli caldi caldi, appena fatti. Io ne mangiavo almeno due. Poi si faceva il vassoietto da portare a casa anche per papà, come dolcino dopo cena. 

Non li avevo mai fatti da sola, senza la supervisione di nonna. Non è impossibile farli ma nemmeno facilissimo. E’ importante farli lievitare bene e attenzione al latte caldo.. non deve essere bollente altrimenti bloccherà la lievitazione del cubetto di lievito. Se non lievitano bene restano duri e crudi dentro e si inzuppano d’olio.

Se lievitati bene, restano invece soffici soffici, una vera bontà.

Molto simili ai Krapfen con la sola differenza di avere il buco in mezzo.

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Parafrittus (fatti fritti)
Tipici bomboloni sardi col buco, che si preparano per carnevale, simili alle graffe napoletane e ai Krapfen.
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Ingredients
  1. 1 kg farina
  2. 2 etti di zucchero semolato
  3. 4 uova
  4. 1 etto di strutto (o burro)
  5. 50 g di lievito di birra fresco
  6. 2 buste di vanillina
  7. la buccia di 1 limone grattugiata
  8. circa 1/2 litro di latte (l'impasto deve risultare morbido ma non liquido, per cui potrebbe servirne anche meno)
Instructions
  1. Separare gli albumi dai tuorli.
  2. Lavorare bene i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.
  3. Unire i bianchi montati e incorporarli delicatamente (questo passaggio garantirà ancora più morbidezza ma potete anche lavorare le uova intere con lo zucchero)
  4. Aggiungere la vanillina, la buccia del limone.
  5. Scaldare il latte in un pentolino e sciogliere lo strutto in un altro.
  6. Tenere un poco di latte da parte per sciogliervi il cubetto di lievito.
  7. Cominciare a unire la farina al composto di uova, alternandola al latte tiepido a filo e allo strutto.
  8. Infine, sciogliere il cubetto nel restante latte e unire al composto.
  9. L'impasto deve essere morbido e anche un po' appiccicaticcio.
  10. Coprire con un panno umido o con pellicola e lasciare lievitare nel forno con luce accesa fino al raddoppio.
  11. L'impasto è lievitato quando bello gonfio e bucato.
  12. Prendere l'impasto e formare tante palline. Premere al centro con l'indice e formare il buco.
  13. Riporre su un canovaccio pulito leggermente infarinato e coprire bene. Lasciare lievitare ancora circa 1 ora fino a che sono belle gonfie.
  14. Friggere in abbondante olio di arachidi. L'olio non deve superare i 180° altrimenti le ciambelle si bruceranno troppo all'esterno.
  15. Cuocerle rigirandole un paio di volte su ambo i lati, si gonfieranno e diventeranno belle dorate.
  16. Tamponare su carta assorbente e passare nello zucchero semolato.
  17. Gustare calde. Sono una goduria inaudita.
Notes
  1. Se ve ne avanzano, le potete congelare. Una volta scongelate, passatele al forno per qualche minuto e saranno come appena fatte.
My Shabby Chic Kitchen https://www.myshabbychickitchen.it/
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6 Comments

  1. I dolci di tradizione si assomigliano tutti, tutti ammantati di ricordi, nostalgia e sapori che a stento ti sembra di replicare, ma quando li fai e li assaggi ritorni indietro con la mente a cui ricordi che te ne fanno gustare tutto il sapore. ❤️❤️

  2. Che buoni devono essere, Vero! Le cose poi che riportano alla mente dei bei ricordi, sono ancora più buone <3

  3. Ilaria Brotzu

    Ciao sono sarda, manca la scorza dell ‘arancia ,il succo d’ arancia e l acquavite sarda, per essere para frittus sardi.

    • Ciao Ilaria, mia nonna è sarda, ho riprodotto la sua personale versione che mangio da quando sono bambina. Come in tutte le famiglie probabilmente ognuno ha la sua personale versione, tramandata di generazione in generazione. Mia nonna è nata e cresciuta a Fluminimaggiore. Un abbraccio

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